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NIS2: cosa devono fare adesso le aziende, tra obblighi e controlli

Molte imprese sono in ritardo, ma la direttiva europea NIS2 sulla cybersicurezza è già entrata in vigore. E nel 2026 inizierà la fase più delicata: le aziende dovranno dimostrare di aver avviato il percorso previsto, o rischieranno sanzioni.

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La nuova direttiva europea sulla sicurezza informatica, chiamata NIS2 (Network and Information Security), non è più solo un tema per esperti: riguarda direttamente imprese, enti pubblici e fornitori tecnologici, che devono rispettare una serie di obblighi concreti.

Approvata a livello europeo nel 2023 e recepita in Italia con il Decreto Legislativo 123/2024, la direttiva è ora in vigore. Ha sostituito la precedente normativa (NIS1) e ha introdotto regole più severe, obblighi estesi e controlli più incisivi.

Il suo obiettivo è rafforzare la resilienza digitale dell’Unione Europea, cioè la capacità dei sistemi e dei servizi essenziali di resistere ad attacchi informatici, interruzioni o incidenti.

Per farlo, NIS2 aumenta il numero di soggetti coinvolti nelle policy di cybersecurity e alza il livello minimo di protezione richiesto.
 

Ma come funziona e chi coinvolge la NIS2? Andando a leggere il testo ufficiale della direttiva, scopriamo che le imprese coinvolte dalla normativa sono suddivise in due categorie principali:
 


Soggetti essenziali:

Aziende o enti che operano in settori strategici come energia, sanità, trasporti, finanza, acqua, infrastrutture digitali

 


Soggetti importanti:

Imprese di altri settori rilevanti come la manifattura, la logistica, i servizi tecnologici, la produzione alimentare

 


Entrambe le categorie sono obbligate a:

  • Registrarsi presso l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN);
  • Nominare un referente interno responsabile della sicurezza informatica;
  • Analizzare e gestire i rischi legati alle tecnologie digitali;
  • Adottare misure tecniche e organizzative di protezione, come backup, crittografia, controllo degli accessi, protezione da malware;
  • Notificare entro 24 ore eventuali incidenti informatici rilevanti;
  • Dimostrare il rispetto degli obblighi in caso di controllo.
Questi adempimenti non sono teorici: le aziende devono essere in grado di documentare tutto, anche davanti a una richiesta formale da parte delle autorità. In caso contrario, sono previste sanzioni economiche rilevanti, ma anche responsabilità personali per i vertici aziendali.

La NIS2 non si applica alle microimprese e alle piccole imprese, a meno che non operino in settori altamente sensibili.
 

Le soglie per l’obbligo sono:

 

 

Se l’azienda supera anche solo uno di questi due criteri e opera in uno dei settori indicati, rientra nella NIS2. Anche imprese sotto soglia possono essere incluse se ritenute critiche per la sicurezza nazionale, per esempio:

  • Fornitori strategici di enti pubblici o soggetti essenziali
  • Imprese che gestiscono dati o infrastrutture rilevanti
  • Startup tecnologiche con impatto rilevante (es. piattaforme digitali)

Queste vengono valutate caso per caso dall’ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale).

 

 



Scadenze superate e controlli in arrivo: cosa fare adesso?

Molte organizzazioni si stanno accorgendo solo ora che alcune scadenze previste dalla direttiva sono già passate. Chi rientra tra i soggetti obbligati, infatti, avrebbe dovuto completare la registrazione sul portale ACN entro l’estate 2025. Non farlo comporta già una situazione di irregolarità.
 

Un recap per aiutare le aziende ad affrontare al meglio questa fase delicata:


Gli obblighi già in vigore

  • Adozione di un sistema di gestione della sicurezza informatica documentato e attivo
  • Nomina formale del responsabile per la sicurezza digitale
  • Avvio delle attività di analisi e gestione del rischio
  • Redazione di procedure di notifica in caso di incidenti
     

Cosa succederà a breve
 

  • Dall’inizio del 2026, le autorità competenti potranno applicare sanzioni in caso di mancata o ritardata segnalazione di un attacco o malfunzionamento significativo;

  • Entro ottobre 2026, tutte le imprese coinvolte dovranno dimostrare di aver completato l’adeguamento alle misure di sicurezza richieste dalle determine tecniche dell’ACN;
  • Le ispezioni potranno riguardare anche fornitori esterni e soggetti terzi, inclusi partner tecnologici e imprese della filiera.

 

 

La direttiva NIS2 coinvolge direttamente la dirigenza aziendale. Non è sufficiente delegare i compiti al reparto informatico: il consiglio di amministrazione, i dirigenti e gli amministratori devono essere informati, coinvolti e responsabili delle scelte in materia di sicurezza. Ignorare l’obbligo di adeguamento può portare a conseguenze legali personali, non solo aziendali.



Non solo obblighi: come trasformare la NIS2 in un’opportunità

Molte imprese vedono la NIS2 come un obbligo formale, da gestire con il minimo sforzo. Ma in realtà, l’adeguamento normativo può trasformarsi in un vantaggio competitivo.

Implementare un sistema strutturato di protezione informatica, infatti:

  • Riduce il rischio di interruzioni, perdite di dati, danni alla reputazione
  • Migliora la capacità dell’organizzazione di reagire agli imprevisti digitali
  • Dimostra impegno e responsabilità verso clienti, partner e fornitori
  • Agevola la partecipazione a bandi pubblici e progetti finanziati, in cui è richiesta la conformità a normative sulla sicurezza
  • Rafforza la credibilità aziendale nel lungo periodo

 

Sempre più imprese, infatti, stanno includendo gli aspetti legati alla cybersicurezza all’interno dei propri bilanci di sostenibilità o delle strategie ambientali, sociali e di buona gestione (ESG). Essere conformi alla NIS2 oggi non è solo un obbligo, ma un segnale forte di affidabilità e preparazione.

 

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